lunedì 16 gennaio 2017

Capobranco... il Corgi come il Lupo

Al tempo in cui mi accostai per la prima volta al mondo dei lupi mi parlarono di un leader: “il branco di lupi ha un capo” si diceva, “il branco segue rigide gerarchie!” L'immagine che quindi si formò nella mia fantasia ricalcava molto il mondo di Akela di Kipling, che guardava il suo branco dall'alto della rupe e in realtà quello che poi si trovava scritto nei libri non si discostava molto dalla lettura cartoonistica che ne avrebbe offerto anche Walt Disney qualche anno dopo.

Poi, negli anni, aumentò l'interesse da parte degli studiosi e, grazie all'evoluzione tecnologica che consentiva osservazioni sempre più accurate, unita alla reintroduzione del lupo in vaste aree del pianeta, ci accorgemmo che le cose relativamente alla leadership del branco non sempre andavano come avrebbe voluto il disegno che avevamo in mente di “rigida” gerarchia. Sicché qualcuno iniziò a dimenticarsi il “rigida”, mentre qualcun altro andava osservando che, orrore degli orrori, si osservavano branchi che durante gli spostamenti e la caccia seguivano una femmina! Tutto questo con buona pace dei maschi bipedi, siano essi pure scienziati, che riescono ad estendere la propria necessità “machista” a tutte le specie viventi sul pianeta... e non avevano mai messo in dubbio il tipo di attributi che doveva possedere l'Akela di turno.
Non è stata però una mediazione di tipo politicheggiante, tesa ad accontentare entrambe le fazioni (in questo caso, sessi) in campo a fornire la reale risposta a tutto questo, perché ben presto si capì che in realtà vi era una coppia dominante all'interno del branco, che si aiutava e intercambiava nel guidare gli altri e che, soprattutto, si riproduceva.
Ancora una volta non era la visione più corretta, anche se in questo caso non possiamo onestamente parlare di estensione di retaggi maschilisti o altro da parte degli osservatori. Il problema infatti era semplicemente causato dal fatto che i gruppi che riuscivamo a osservare erano ancora comunque, dopo anni di persecuzioni, abbattimenti delle prede naturali e impoverimento dell'habitat naturale da parte dell'uomo, numericamente
esigui, a differenza di quelli odierni che si sono sviluppati notevolmente grazie appunto agli anni di lavoro di reintroduzione e tutela negli ambienti naturali dove ormai si era quasi o del tutto estinto. L'osservazione di questi gruppi estesi ci ha consentito di studiare in maniera decisamente più approfondita la complessa socialità del lupo, che ancora oggi non smette di stupirci, soprattutto per quel che riguarda i rapporti sociali tra i vari elementi che compongono il branco. Ed è così che anche l'immagine della coppia dominate ha iniziato a vacillare, per aprirsi verso un concetto nuovo di “gruppo dominante” che al suo interno ha dei precisi punti di riferimento (i vecchi “capi”) ai quali spetta l'onere di collettare l'esigenza del gruppo e quindi guidarlo laddove sia più opportuno.
Che, attenzione, si è osservato , non è sempre ciò che desiderano fare coloro che, diciamo, “guidano” il gruppo. Insomma, un bel cambiamento rispetto all'immagine anni 60 del capobranco, stereotipato nella sua forza predominante e caratteristiche simil-ducesche che guidava la vita dei gregari grazie alla forza con piglio impositivo e volitivo, pena la sottomissione tramite lotta. Il capo dei lupi, così come lo si è riuscito a conoscere oggi è più che altro colui che ha la prima e ultima parola, ma che nel pronunciarla si attiene a quelle che sono le esigenze del gruppo, che gli vengono comunicate dagli altri e sancite dal suo gruppo di “fidati” anche di fronte a nuove situazioni. E' quindi colui il quale ha la capacità di interpretare le esigenze di tutti e, valutando la situazione, proporre la risposta migliore, quella cioè che accontenta il branco, che risponde alle esigenze del branco.
Tutto questo ovviamente con il prezioso ausilio della sua cerchia più stretta e del suo compagno o compagna in primis e naturalmente quando non si parla di caccia in senso stretto, unico momento in cui inequivocabilmente con sguardi e movimenti il leader guida il branco a stringere sulla preda. Escludendo questo ultimo caso, si osserva un comportamento dove nell'80% delle volte il leader sembra “accontentare” le esigenze del branco, riservandosi il ruolo di primo assoluto (o primi..) solo nelle situazioni chiave: il momento in cui si accede al cibo (mangia per primo), quello in cui ci si sposta (cammina davanti a tutti), i luoghi che occupa (si siede o sdraia su luoghi più elevati rispetto agli altri e ha una tana tutta sua).


Fermiamoci qui e mettiamo vicino a queste ultime informazioni e percentuali la nostra conoscenza, la quale ci dice che il Corgi è la razza che raggiunge l'età mentale più evoluta, ovvero la più adulta: in altre parole è quasi un lupo adulto, che conosce le regole del branco dei lupi (non più quelle della cucciolata del branco) e vi si attiene. Non vi è traccia nella sua mente del mondo dei cuccioli, non vi sono mamme e fratelli... ci sono altri elementi del branco con cui relazionarsi.

E ancora, fermiamoci qui, sull'immagine del lupo che guarda il capo volgendo la testa e mantenendo il corpo perpendicolare per informarlo che in quella determinata situazione preferirebbe un'altra soluzione. Fermiamoci qui perché non importa se a parole non avete capito il movimento, basta solo che pensiate a come si posiziona e vi guarda il vostro Corgi quando lo richiamate da una situazione che lo attrae... quando magari non ha voglia di rientrare a casa e preferisce starsene fuori a girare in giardino. Guardiamo però anche a quell'80% delle volte in cui il leader “accontenta” i gregari... non assomiglia al ritorno del vostro cane quando lo chiamate? 8 volte su 10 torna, vero? Magari bisogna insistere per le altre due, che riguardano sicuramente situazioni importanti come altri cani con cui giocare o qualche porcheria da raccattare, vero? 

E si fionda sui divani (ricordate i luoghi elevati?) o ci prova, oppure tira al guinzaglio (il capo non può proprio stare dietro quando si esce in perlustrazione!) oppure fa il difficile con la pappa, mangiando solo quando voi gli state vicino o solo dopo che avete aggiunto determinate cose al cibo? Quanti “ahimè sì” vi ho strappato? Più ne avete trovati, più potete star certi di chi sia tra i vostri famigliari quello convinto di comandare. Ma in questo caso non serve preoccuparsi. Come ormai abbiamo capito si tratta di dittatori.... molto democratici!

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