mercoledì 30 dicembre 2015

Il Natale con i miei Corgi... (anche i Welsh Corgi credono a Babbo Natale)

L'avvicendarsi delle feste natalizie porta sempre molta gioia o quantomeno una sorta di allegro buonumore.
Si tratta certamente della festa più amata e sentita dai bimbi: i grandi di conseguenza si muovono affinché la magia di questo bellissimo momento si cristallizzi per diventare ricordo felice nella memoria di futuri adulti.

Dal momento che non sono profondamente religiosa ho sempre adorato il lato pagano del Natale. I preparativi e i piccoli sotterfugi per nascondere ai miei figli la vera identità di Babbo Natale sono sempre stati un gioco magico al quale mi sono prestata per anni con un piacere direi quasi speranzoso... chissà, forse un giorno avrei scoperto anch'io l'esistenza di Babbo Natale! Trascorrere infiniti momenti, anno dopo anno, a scrutare il cielo nella speranza di veder passare la mitica slitta trainata da renne che grazie alla polvere magica riesce a volare mi ha abituato a questa emozionante attesa che ancora oggi mi vede alzare gli occhi al cielo pensando... "chissà... magari prima o poi lo vedo!".
Sono convinta che anche i nostri piccoli amici pelosi credano all'esistenza di Babbo Natale e poiché la loro percezione è più sensibile della nostra ho imparato a fidarmi del loro intuito e percepisco chiaramente che il loro atteggiamento muta sensibilmente con l'avvicinarsi del Natale. Partecipano alle frenetiche preparazioni come fosse naturale e posso affermare con certezza che il complesso turbinio di attività legato alle feste natalizie li coinvolge loro malgrado e come noi sono contagiati da questa euforica allegria.
La preparazione dell'albero e la distribuzione degli addobbi natalizi in casa è l'attività che a tutti gli effetti apre le porte all'ingresso delle feste e i nostri corgini mi seguono in tutto ciò con scrupolosa attenzione... A loro non deve sfuggire nulla, devono sapere tutto ciò che accade in questo branco di pazzi che sono i loro bipedi! Dinanzi all'albero ancora vuoto osservano i miei gesti meticolosi che con molta pazienza scelgono il luogo giusto per ogni addobbo e loro con altrettanta pazienza sembrano attendere di dover approvare ogni disposizione. Sì, perché io li guardo mentre loro guardano me e sono lì, seduti, che con serietà e compostezza seguono ogni cosa. Ovviamente non parlo dei piccoli di casa, per loro ogni attività rappresenta un pretesto di gioco e quando sono presenti diventa quasi impossibile addobbare l'albero. Mi riferisco ai miei patatoni più grandi, che sono davvero incredibili. Anche la condivisione del riposo dopo la fatica rende la loro partecipazione straordinaria....Sono realmente affaticati e bisognosi di riposo dopo il loro intenso lavoro di controllo!!!

Poi c'è l'arrivo e l'intrattenimento di amici e parenti che nei vari giorni si succedono alla nostra porta... e in questo loro sono davvero insuperabili. Sanno che non devono assalire le persone né tanto meno fare confusione o abbaiare quando arriva qualcuno e allora eccoli lì, tutti in fila, composti, all'ingresso di casa come discreti maggiordomi che attendono gli ospiti per scortarli ai loro posti. Orsa sceglie il suo ospite, gli si siede davanti e lo fissa negli occhi con uno sguardo tra l'intimidatorio e il minaccioso, ma in realtà con l'unico intento di farsi accarezzare. Mawi pizzica le caviglie e nel tempo impiegato a guardare chi-ti-ha-fatto-cosa lei è già distesa a pancia all'aria, pronta per le coccole. Puccio, con il quale chi si ferma è perduto poiché lui deve, assolutamente, sedersi o sdraiarsi sopra i piedi di qualcuno. Ozzy, il tenebroso, che deve tenere la situazione sotto stretto controllo, segue i movimenti delle persone in casa, incalza e non molla nessuno nemmeno per un attimo. Ai suoi occhi i nostri ospiti sono tutti potenzialmente pericolosi e lui li deve seguire ovunque, bagno compreso, per assicurarsi che si comportino bene. Iggy e Jimi che non tollerano l'irruenza e se qualcuno si appresta a valicare il cancello di accesso al giardino con troppo entusiasmo lo rimettono istantaneamente in riga con piccoli morsi alle caviglie quasi a voler dire "piccole pecore pestifere che non sanno stare nel gregge"! Insomma sanno fare bene il loro lavoro e in ogni occasione ci tengono a dare il loro contributo.
Ma la parte che a loro piace sicuramente di più è il momento Masterchef... E sanno che devono giocarselo bene altrimenti sono fuori dalla mia cucina!!! Per me cucinare è diventato ormai uno sport più che una passione perché doverlo fare con tutti i miei corgini intorno mi ha obbligata a diventare una specialista delle discipline salto-ai-corgi-ostacoli-con-pentola-in-mano e della gimcana-incrociata-con-piatti-e-bicchieri. Riuscire a muoversi in una cucina con i pelosi tra i piedi è davvero un'arte difficile da apprendere che richiede anni di preparazione ed esercizio. E anche per loro la possibilità di essere ammessi in cucina mentre qualcuno è ai fornelli richiede preparazione e pazienza e con il tempo hanno imparato che possono stare lì ma devono stare fermi se vogliono poter agguantare qualche avanzo di leccornia. E un Corgi, si sa, per una briciola di cibo farebbe qualsiasi cosa... anche la statua per ore!
Ecco, questo è il ritmo con cui trascorriamo le vacanze nella nostra famiglia e a tutto ciò si deve aggiungere, come in questo ultimo Natale, due progesteroni, tre accoppiamenti e il parto della nostra Pina...

Ma noi amiamo tutto ciò e lo sfarzo ostentato di inutili regali o le corse frenetiche per le strenne natalizie hanno una parte relativa nella nostra vita. Penso che mai come ora sobrietà e parsimonia dovrebbero essere parole sempre presenti nel nostro vocabolario e nella nostra mente, non solo per rispetto del momento che stiamo vivendo che ci vede sempre più poveri e con sempre più persone senza lavoro, ma soprattutto perché possono insegnarci ad apprezzare le cose semplici come gli affetti, la condivisione, la solidarietà e naturalmente la compagnia e l'amore insostituibile di un compagno peloso che insieme a noi attende con gioia l'arrivo di Babbo Natale.






domenica 6 dicembre 2015

A chi affido il mio cucciolo corgi? ...Il punto di vista di un Allevatore.

Da molto tempo la figura dell'Allevatore è legata a una serie di connotazioni che fanno di lui la persona seria e competente alla quale potersi rivolgere con fiducia per avere in affidamento un piccolo peloso nel nostro caso di Welsh Corgi Pembroke oppure Cardigan. 

Ovunque si parla e teorizza sulle regole e i punti fondamentali per riconoscere un buon allevatore; in ogni rivista cinofila, blog, siti realizzati per il presunto o reale benessere animale si trovano ormai fior di decaloghi per distinguere il bravo allevatore dal "cagnaro". Ovunque si propongono le cose da chiedere quando viene contattato o quelle da osservare quando si presenta l'occasione di conoscerlo. Cose del tipo: se accudisce in modo consono i propri cuccioli, se la mamma è presente con i piccoli fino all'età giusta in modo da non sviluppare in futuro patologie comportamentali come "l'ansia da separazione", se i genitori sono visibili in allevamento, se le condizioni di igiene in cui vivono pelosi sono buone (se dormono a letto con gli allevatori e mangiano assieme allo stesso tavolo è tutto ok... diversamente probabilmente ci troviamo di fronte a sfruttamento degli animali!!!), se effettuano i test genetici nei loro soggetti in modo da garantire la salute dei piccoli, se l'alimentazione è di buon livello, naturalmente se i piccoli sono in possesso di pedigree, microchip, vaccinazioni... e mille altri "se" tutti sacrosanti se presi con buonsenso, ponderatezza e poco fanatismo.
 Viviamo nell'era del "sapere ignorante", quella in cui tutti sanno tutto grazie a nozioni spicciole e poco approfondite del tipo "wikipedia" (non me ne vogliano i sostenitori di questa enciclopedia virtuale a volte molto utile ma che non deve essere l'unica fonte di sapere come accade per molti) oppure fonte Facebook: "Hai saputo che i Welsh Corgi Cardigan blue merle se accoppiati tra loro generano cuccioli malati che possono morire? Ma chi lo ha detto??? Ehhh... ho visto un post..." e poi si scopre che un semplice dubbio espresso da una persona che si interessa alla razza è diventato un assioma con tanto di teorema e postulati! Questo "sapere" genera individui sicuramente e intimamente convinti di sapere molte cose ma tutto o quasi in maniera superficiale e tanto basta perchè l'idea di approfondire un dubbio o una curiosità non li sfiori nemmeno. 

Ma dov'è finito il bipede ideale al quale affidare i nostri amati cuccioli corgi, quello che si rivolgeva all'allevatore come un adepto al suo maestro? E noi, presunti cagnari fino a prova contraria, come possiamo riconoscere un buon affidatario? Anche in questo caso la tecnologia a volte ci è ostile perchè le mail, nell'attuale immaginario collettivo, devono assolutamente essere brevi e concise contrariamente alle "antiche" missive con le quali la persona intenzionata ad accogliere un cucciolo nella propria famiglia prima di chiedere la disponibilità di quest'ultimo iniziava con il racconto della propria vita partendo due generazioni più indietro.
Oppure gli sms o le chiamate con i cellulari che non si sa per quale motivo ma nel bel mezzo di una chiamata si interrompe sempre la linea (mi scusi sono in galleria, mi scusi "ho sotto" la chiamata di mia moglie, marito, madre, datore di lavoro, collega...) e vivi la telefonata con l'ansia e la fretta di dover dire e chiedere tutto velocemente per paura di perdere irrimediabilemente nell'etere chiamata e futuro affidatario in un colpo solo. Con l'antico telefono solo la composizione del numero richiedeva disponibilità di tempo e predisposizione d'animo e quello era solo l'inizio di una conoscenza che si sarebbe sicuramente protratta almeno per tutta la durata della vita del peloso prescelto.
Se fosse solo un problema di supporti tecnologici potremmo farcene una ragione e adeguarci alle innovazioni, ma il problema non è solo quello, purtroppo... nell'ottica del risparmio e dell'ottimizzazione del tempo è rientrata lentamente ma ormai inesorabilmente anche la centellinizzazione dell'educazione e a questa innovazione è davvero difficile adeguarsi...
 Potrei scrivere pagine e pagine riportando i messaggi o le mail con i quali moltissime persone si approcciano al nostro allevamento per avere informazioni; alcune molto divertenti altre da ulcera gastrica ma comunque tutte da cestinare senza possibilità di appello. Le più frequenti sono del tipo: "Salve, avete cuccioli corgi disponibili e quanto costano?" Ma nemmeno quando vado dall'ortolano per acquistare semplicemente un chilo di patate mi rivolgo a lui in questo modo e i nostri piccoli, con tutto il rispetto per i tuberi, non sono patate! Oppure: "Sono un single, abito in una casa piccola e vorrei un cane piccolo come il Corgi". In questo caso presumo che quando deciderà di cercare la propria anima gemella opterà necessariamente per una persona di staura bassa (casa piccola... cane piccolo... compagno/a piccolo/a).
A richieste formulate in questo modo ovviamente nemmeno rispondiamo, sarebbe solo tempo sprecato e la conferma l'abbiamo ogni qualvolta invece decidiamo di farlo perchè magari ci sembra cogliere tra le righe un reale interessamento e solo una difficoltà di espressione o qualche incertezza grammaticale non significano sempre maleducazione... E invece è proprio così! Nell'arco temporale in cui tentiamo di spiegare a questi presunti-intenzionati-futuri-affidatari di un piccolo Corgi che se vorranno essere tali devono raccontarci chi sono e quali sono le loro aspettative nei confronti di un eventuale cucciolo, questi si sono già volatilizzati, dissolti nel nulla già approdati con la loro irriverente richiesta a caselle postali di altri allevatori nella speranza di trovare subito il Corgi-affare del secolo. 

Ecco, a queste persone vorrei dire che sicuramente ci sono molti cagnari in giro e fanno bene a informarsi prima di prendere un cucciolo ma le informazioni più importanti le devono assumere direttamente ponendo domande, tante domande, parlando, dialogando, cercando insomma di capire se l'allevatore che si trovano davanti sia una persona seria non solo perchè risponde affermativamente ai punti stabiliti dal famoso decalogo ma perchè fidandosi del proprio intuito e alla propria capacità empatica pensano possa essere la persona giusta alla quale affidarsi. Molto probabilmente quando cercate un cucciolo siete dei neofiti della razza, spesso anche della cinofilia stessa. Non cercate di giudicare qualità o salute di un quadrupede tramite decaloghi o coppe in bacheca, perchè non fa parte delle vostre facoltà.

 Usate il vostro buonsenso e le capacità che avete, quelle per giudicare l'onestà del bipede che vi sta davanti anzitutto. 

martedì 13 ottobre 2015

Anjia finalmente mamma e felice!

Cosa c’è di più bello che amare moltissimo il proprio peloso e vederlo mettere al mondo i suoi piccoli… con Anjia ormai pensavo non sarebbe più accaduto e sarebbe stato un vero peccato perché l’attitudine materna che più volte aveva dimostrato nei confronti di cuccioli di altre mamme era stata davvero impressionante.

Anjia è stata la mia prima Welsh Corgi Cardigan e avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. E’ arrivata da noi all’età di nove mesi e pur essendo una corgina sensibile, equilibrata e ben socializzata probabilmente è stata poco “toccata” in età neonatale facendole sviluppare una lieve fobia per qualsiasi approccio troppo ravvicinato. Si fa coccolare e si fa prendere in braccio irrigidendosi un po’ ma alcune parti del suo corpo sono tabù: se le tocchi le zampe si ritrae e scappa via. Asciugarla dopo le uscite con la pioggia è una tragedia… la pancia se la lascia toccare con un minimo di tolleranza ma quando cerchi di asciugarle le zampe si divincola come se fosse posseduta!
Le unghie non è stato mai possibile tagliarle, per fortuna fa molto movimento e in questo modo riesce a consumarle ma se avesse una reale necessità di toelettatura dovrei farlo in anestesia! Lo stesso vale per la spazzola… potrebbe morire di disperazione se tentassi di spazzolarla per più di cinque secondi, il tempo necessario a divincolarsi e scappare a zampe levate. 

 La cosa che fa tenerezza, in questi momenti, è vedere chiaramente il panico nei suoi occhi e nonostante questa paura incontrollabile non ha mai avuto nei nostri confronti un atto di rivolta violenta come ad esempio morderci. Mai… 

Alla luce di queste sue problematiche anche l’accoppiamento sapevamo sarebbe stato difficoltoso, per lei i preliminari possono andare ma quando il contatto prevedrebbe qualcosa di più, scappa senza possibilità alcuna. 


 Difficoltà logistiche a parte la mia dolce ragazza ha delle belle caratteristiche morfologiche e per lei volevo un compagno che fissasse le sue qualità e implementasse possibilmente le sue carenze. Sono riuscita con molta fatica e grazie all’aiuto sincero di una cara amica, titolare di uno dei più importanti e di lunga data allevamenti di Welsh Corgi Cardigan degli Stati Uniti ad avere il seme del suo bellissimo Rocky… un “ragazzo” che solo per scrivere i suoi titoli non basterebbero due righe di un foglio. Insomma... Bellissimo!!! Nero e bianco e con un carattere aperto e gioviale… 

 L’inseminazione è stata fatta da un veterinario che personalmente considero il guru nel campo della riproduzione canina e per fare stare tranquilla Anjia l’abbiamo sedata in modo che potesse rilassarsi senza nessuna forma di panico. 

Mi sono chiesta più volte se fosse valsa la pena investire così tante energie e risorse anche economiche in un’impresa così ardua e sottoporre Anjia a stress per lei intensi anche se del tutto irrilevanti per qualsiasi peloso diverso da lei. Non ho trovato risposte fino al momento in cui ho visto i suoi piccoli… due splendidi cuccioli, bellissimi e dolcissimi. E vedere lei che abitualmente si muove con un’energia incontenibile, camminare in punta di zampine per non calpestare i suoi piccoli e
accorrere al loro minimo gemito mi ha dato la serenità e la certezza di aver fatto una cosa giusta anche se contro natura come qualcuno potrebbe obiettare. Normalmente cerchiamo di non interferire con le leggi naturali e la maternità è una di quelle. Ma nel caso di Anjia, che dire, il suo modo di guardare i cuccioli e la sua sensibilità nell’avvicinarli che contrasta con la sua innata incontenibile esuberanza ci hanno fatto capire che è una mamma bravissima ma soprattutto felice…

Welsh Corgi Pembroke: I piccoli di Emma... ma anche di Giangi e Chicca

In uno di quei caldissimi giorni di Luglio in cui si faticava a vivere, figuriamoci a nascere… Emma ha deciso di mettere al mondo i suoi piccoli.
La gravidanza, caldo a parte, era andata bene non fosse per il pancione immenso che verso gli ultimi giorni faticava davvero a portarlo appresso.
Emma è una nostra corgina Pembroke ma che da diversi mesi, ormai, vive felicemente con il peloso Ergo, la sua bipede Marta e zia Sara. La attendevamo, però, per il lieto evento nella sua vecchia casa che ben conosceva.
Decidemmo di andare a prenderla una decina di giorni prima della data presunta del parto proprio perché avesse modo di riprendere confidenza con la nostra casa e i suoi vecchi amici a quattro zampe.
Ma appena arrivata è sembrata subito apatica e distaccata e se non fosse per il fatto che ben ci conosceva avremmo pensato che era triste per aver lasciato quella che ora era a tutti gli effetti la sua nuova famiglia. Mai come in questi momenti non poterli confortare con parole del tipo “non sarà per sempre, tornerai dalla tua famiglia, stai tranquilla” è davvero frustrante e si può solo dimostrare loro affetto e sicurezza con azioni pratiche. Ma questa sorta di apatia o distacco è proseguito anche nel momento in cui ha deciso che dovevano nascere i piccoli e questo ha indotto un parto davvero difficile. I cuccioli erano sicuramente molti… lei è una corgina di taglia grande e il suo pancione era comunque spropositato!!! Eravamo preoccupati ma fiduciosi; questo era il suo secondo parto, il primo era stato perfettamente nella norma e anche in quel caso i bimbi non erano pochi ma con l’innata tranquillità che guida le future mamme nel momento del parto aveva messo al mondo sette bellissimi piccoli.
Con estrema fatica e senza la minima collaborazione di Emma riuscimmo a far nascere il primo piccolo… ciccione, sano, maschietto! Da lì in poi il nulla… decidemmo allora di allertare il nostro vet e nel giro di un paio d’ore, sabato ora di pranzo, eravamo nel suo ambulatorio per far nascere questi piccoli in difficoltà…
Il vet e la sua assistente si presero cura di Emma e Giangi rimase con lei finché l’effetto dell’anestesia non le fece chiudere gli occhi (in questo modo si addormenterà tranquilla con il pensiero che noi siamo lì, vicino a lei e vicino a lei ci troverà quando si sveglierà…) Da quel momento in poi seguirono un paio d’ore frenetiche in cui il medico era alle prese con Emma e noi con i cuccioli che velocemente uno dopo l’altro ci venivano affidati affinché li potessimo asciugare e riscaldare. Siamo abituati al caos del parto e ai tempi stretti in cui agire per riuscire a far stare bene tutti i piccoli, solitamente però durante un parto naturale, tra un cucciolo e l’altro abbiamo tutto il tempo di accudirli per bene ed essere pronti per accogliere il successivo nascituro.
Con i parti cesarei è sempre tutto più veloce e il tempo a disposizione è davvero poco e prezioso… il vet deve pensare all’intervento che sta eseguendo e noi concordiamo sempre di poter assistere al parto e prenderci cura dei piccoli in modo da lasciarlo libero di dedicarsi completamente alla mamma e non dover agire in fretta con il pensiero dei cuccioli.
Con poca sorpresa da parte nostra, perché avevamo capito che ne aveva un bel po’, nacquero nove cuccioli che sommati a quello nato a casa erano in totale dieci!!! Dieci piccoli ciccioni che mai e poi mai, Emma, sarebbe riuscita a far nascere da sola… La gioia che ci pervade sempre al momento della nascita, questa volta, lasciò spazio molto presto alla preoccupazione perché nel tentativo di rianimarli, quando nascono con parto cesareo assorbono inevitabilmente una piccola parte dell’anestesia destinata alla madre, tre di loro non ce l’hanno fatta.
Tornammo a casa stanchi, con il nostro fagottino di cuccioli ed Emma, stremata e ancora intontita dall’anestesia. In quel momento la nostra preoccupazione era presentare i piccoli alla mamma appena possibile.
In questi momenti, messa alle spalle la fatica del parto e tutto quello che si porta dietro cesareo o naturale che sia si è impazienti di vedere i piccoli beatamente appagati accanto alla loro mamma che succhiano le prime gocce di latte (colostro nelle prime ore). 
Ma questa volta, e posso affermare con certezza è stata la prima in molti anni, non è andata così… la neomamma ha proseguito con l’apatia che l’ha contraddistinta fin da quando è arrivata, era completamente disinteressata ai cuccioli e di colostro e latte… nemmeno l’ombra. In quel momento iniziammo a essere davvero disperati… i cuccioli erano sette e affamati! Senza perderci d’animo intervenimmo con poppate di latte artificiale ogni due ore nella certezza che nel giro di poche ore tutto si sarebbe aggiustato… poi la “certezza delle poche ore” si tramutò nella “speranza di qualche giorno” considerando che il cesareo subìto e gli antibiotici somministrati a volte sono un deterrente per la produzione del latte. In tutto questo Emma non aiutò perché dei piccoli sembrava non importarle davvero nulla. E poiché al peggio non c’è mai fine dopo qualche giorno ci rendemmo conto tristemente che il latte non sarebbe mai arrivato e che avremmo dovuto proseguire con l’allattamento artificiale fino allo svezzamento! Questo pensiero mi fece sentire lievemente disperata perché per quanto ami i mei cani e i loro piccoli questo impegno sarebbe stato davvero pesante ed estenuante. Inoltre non aver preso il colostro della mamma li avrebbe esposti con estrema facilità e in maniera letale anche al più stupido dei batteri. E così avvenne… nei giorni a seguire uno dopo l’altro cinque dei sette piccoli rimasti ci lasciarono con inevitabile agonia. 
 Chi non l’ha vissuto forse faticherà a capire il sentimento che si prova in questi casi. Li allatti ogni due ore, inizi a conoscerli velocemente perché doverli “maneggiare” così spesso ti obbliga e consente di guardarli con attenzione e iniziare fin da subito l’osservazione dei minimi particolari sia morfologici che caratteriali. Vivi con soddisfazione ogni poppata perché nutrire questi piccoli ti fa sentire di aver fatto qualcosa di buono e di grande, un altro piccolo passo per loro verso la vita… e poi invece la vita inizia lentamente ma inesorabilmente a spegnersi in ognuno di loro uno dopo l’altro. Sono stati giorni terribili, una corsa contro il tempo e tra i tentativi di somministrare qualsiasi cosa pur di cercare di salvarli c’era sempre un cucciolo piangente già incamminato nel ponte dell’arcobaleno per diventare un piccolo angelo.
Da questo tristissimo inizio si sono salvati due maschietti dolcissimi… ora hanno 30 giorni e possiamo respirare senza paura, continuiamo ad allattarli e da qualche giorno hanno anche iniziato lo svezzamento.
Ci conosciamo benissimo a vicenda e la cosa buffa è che riconoscono me o Giangi per il modo differente che abbiamo di allattarli. Da pochi giorni hanno aperto gli occhi, un po’ più tardi rispetto alla norma ma purtroppo non c’era la mamma che leccandoli asportava la patina protettiva con la quale nascono e permettere in questo modo agli occhietti di aprirsi. Emma sta con loro, anche se probabilmente se ne sarebbe andata più che volentieri, li accudisce lo stretto indispensabile una leccata a caso un paio di volte al giorno ma a loro sembra bastare per avere il senso della “mamma”. 
Noi ci siamo rilassati, il peggio è andato e la loro strada può solo essere in salita. Ora iniziano a scoprire il mondo e sembra abbiano addosso così tanta curiosità anche per i fratellini che non ci sono più, sono socievolissimi con chiunque gli si avvicini umani o pelosi che siano, probabilmente dovuto al fatto che sono stati accuditi da noi fin dalle loro prime ore di vita e non esclusivamente dalla mamma.
Chissà chi ricorderanno come loro mamma… Emma, Chicca o Giangi… rido e penso che giusto per essere in linea con le tendenze moderne con questi piccoli siamo stati un perfetto esempio di “famiglia allargata”.
Mai come in questo caso mi sento di poter dire: benvenuti al mondo piccoli! … e buona vita!!!



giovedì 29 gennaio 2015

Una nascita tanto attesa...

A pochi giorni dalla fatidica data tanto attesa abbiamo sistemato Iggy, la futura mamma, nella stanza nursery dove sarebbe avvenuto il parto e dove lei sarebbe stata con i suoi piccoli per i successivi due mesi circa. 

Iggy (Welsh Corgi Cardigan) vive abitualmente con Rocco (Welsh Corgi Pembroke) in una stanza attigua, fanno coppia fissa pur essendo un Pembroke e una Cardigan e la loro unione è solida e duratura a tal punto che la sera in cui l’abbiamo spostata nella nursery il suo compagno di vita ha iniziato ad abbaiare e ululare. La cosa che ci ha stupito maggiormente è stata Iggy che a sua volta ha iniziato a rispondere con gli stessi abbai e ululati e per più di un’ora si sono parlati, forse salutati, consapevoli della loro separazione.
 Ovviamente non sapevano che sarebbe stata una situazione temporanea e l’impossibilità di spiegarglielo ci ha fatto sentire un po’ in colpa sempre per il fatto di dover decidere delle vite altrui senza tenere conto dei loro sentimenti. Per quanto ci guidino le buone intenzioni qualcosa sfugge sempre alla nostra attenzione. Ci hanno fatto una tenerezza infinita e se non avessero cessato di lì a poco sapevamo che avremmo dovuto ammettere anche Rocco nella nursery, magari in qualità di assistente al parto di secondo livello (il primo livello lo occupo io, seconda solo a Giangi che è l’ostetrica in carica… ahahah!).
 Credo che “chiamarsi” per molto tempo e capire comunque che nessuno di loro si stava allontanando dall’altro li ha fatti tranquillizzare, inoltre abbiamo immediatamente trovato una nuova compagna di “stanza” per Rocco e le cose di lì a poco si sono sistemate.
La mattina del grande evento avrebbero dovuto esserci segnali molto chiari. A dire la verità i segnali avrebbero dovuto esserci già dalla sera prima; di solito la futura mamma non mangia e ha il tipico atteggiamento di chi deve organizzare l’arrivo dei piccoli. Un gran trambusto con i giornali per preparare la “cuccia” per i bimbi… e pezzi di giornale che volano ovunque! Be’, Iggy non ha fatto nulla di tutto ciò… la sera prima ha mangiato e alla mattina pure.
 Lei era tranquillissima e i giornali perfettamente in ordine. Ha fatto tutto come sempre… pappa, uscita, nanna. A quel punto, penso, siamo ancora lontani dal parto, mi preparo per andare al lavoro e alle 7.30 esco di casa con Leonardo per le nostre rispettive destinazioni senza allarmare Giangi che si sveglia di solito poco dopo la nostra uscita. Alle 8.20 precise mi chiama al telefono urlando e riempiendomi di improperi su come avevo potuto non chiamarlo e uscire di casa perchè Iggy aveva già fatto due cuccioli e quindi si trovava in pieno parto!
 Incredula, allibita, spaventata, senza parole, avvilita e con addossa un senso di cattivo presagio ritorno velocemente a casa perché mai e poi mai avrei lasciato la mia bimba partorire da sola. Vabbè da sola non sarebbe stata visto che Giangi segue tutti i parti dei nostri cani in prima persona e tra i due, casomai, la superflua sarei stata io…
Arrivata a casa mi rammarico per aver perso la nascita dei miei primi due bimbi, Stregablù e Boris ma vedo che stanno bene e sono belli ciccioni. Iggy è sufficientemente tranquilla e non vedo nel suo sguardo quel piccolo lampo di disorientamento che di solito hanno le mamme al primo parto.
 C’è qualcosa di ancestrale che indica loro i gesti consueti che devono svolgere anche se si tratta del primo parto ma assieme a questo la maggior parte delle volte si capisce, da come pongono i loro occhi nei nostri, che si chiedono e ci chiedono cosa sta accadendo e percepire la cieca fiducia che hanno in noi come loro unica ancora di salvezza è davvero commovente.
Lei sembra sicura di ciò che fa e devo dire che dimostrerà una tempra e una disinvoltura, nel parto come nell’accudimento dei suoi piccoli, davvero eccezionale.
La nascita dei piccoli si succede con ritmo sostenuto e dopo il mio arrivo nasceranno, a distanza di circa 15 – 20 minuti l’uno dall’altro, Findo, Cielo e Ambra. 

Mi sembrano meravigliosi… non sapevo l’emozione che avrei provato nel veder nascere i miei primi bambini cardigan e devo dire che i piccoli Blue Merle sono stati una rivelazione… Poi nasce Carolina… la mia Carolina… quella che poi chiamerò Wicca e che nel preciso momento in cui la vidi sentii che sarebbe stato per sempre.
A questo punto sono nati sei cuccioli, mi sento davvero soddisfatta e penso che il parto potrebbe concludersi così se non fosse che la pancia di Iggy sembra non essere diminuita di un grammo e nemmeno di un centimetro e questo inizia a mettermi una leggera ansia. Giangi mi tranquillizza spiegandomi che nei Cardigan le cucciolate numerose sono abbastanza frequenti e che probabilmente ha ancora un paio di cuccioli.
 Con questa relativa tranquillità nasceranno anche Casperina, che se guardata dal suo lato bianco assomiglia davvero al dolcissimo fantasmino, e Agata la seconda cucciola nera. Le bimbe nere sono bellissime e così diverse dai Pems tricolori… loro sono davvero NERE, ma così nere che a fatica si vedono gli occhi proprio come alla loro mamma!
A questo punto il ritmo con cui si rimette a partorire i piccoli è di nuovo quello iniziale e l’ansia con cui la supplico di fermarsi diventa velocemente panico. In questo clima di schizofrenia nel quale passavamo dal panico per il numero sempre crescente di cuccioli che stava nascendo, alla gioia senza riserve quando nasceva il piccolo successivo, vengono alla luce il bellissimo Porzio, che sarà tale da subito, Anthea la piccolina nera più nera di tutte le nere, e Taddeo il cucciolo con il carattere più allegro che abbia mai visto, l’unico che a pochi giorni di vita già mi darà i bacini leccandomi la faccia al ritmo di 10 leccate al secondo! 

Undici!!! Non ci potevo credere! E il panico era pure svanito… solo vederli lì tutti insieme, vicini alla loro mamma che li ha accuditi da subito con amore e dedizione mi ha fatto sentire felice e prevedevo che avrei passato i successivi mesi in loro contemplazione…
Così è stato ed è ancora tanto che i miei figli scherzosamente mi deridono perchè è la cucciolata più fotografata nella storia di Corgilandia!
 Ora i piccoli hanno poco meno di sessanta giorni e a parte Wicca che rimarrà con noi, hanno già tutti una famiglia che li aspetta e ciò mi riempie di gioia se non fosse che il pensiero di separarmi da loro la tramuta in tristezza infinita. Li conosco perfettamente uno ad uno, so di loro ogni cosa, preferenze, attitudini, piccoli vizi… Taddeo con la sua allegria, Porzio casinista indipendente, Anthea piccola ma tenace e in grado di tenere testa a 10 fratelli chiassosi, Boris il vero fratello maggiore, più grande e grosso di tutti e con una saggezza da cane adulto, Stregablu affettuosa ma volitiva, Findo il tenerone viziato, Ambra dolce e remissiva, Wicca una birba incredibile… prima combina guai e poi fa mille moine, Casperina intelligentissima che per chiederti di uscire guarda la maniglia della porta, Agata sempre l’ultima a rientrare che si perde in mille distrazioni e Cielo un po’ timido e contemplativo è il “Mammolo” dei miei undici nani. 

Che dire… mi stupisco sempre della valanga di emozioni che riescono a suscitare questi piccoli batuffoli pelosi e sento che sono quasi pronti per iniziare la loro nuova vita. Spero solo di essere stata una buona seconda-mamma (Iggy è stata eccezionale!), di averli accuditi bene ed educati bene. Ora sto preparando i loro piccoli bagagli… con i rispettivi giochini, la pappa preferita, la copertina pesante per quando farà freddo, il feticcio preferito per non essere tristi senza i fratellini e fare la nanna tranquilli e tante raccomandazioni… comportatevi bene, siate educati, ringraziate sempre con molte leccate chi vi darà tanto affetto e soprattutto se riuscite… non dimenticatevi di me.